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Mini Bond: cosa sono e a cosa servono

A partire dal Decreto Sviluppo del 2012, fino al recente Decreto Competitività, si è molto parlato dei Mini Bond ma non tutti sanno di cosa effettivamente si tratti.

Visto la sempre maggiore difficoltà di piccole e medie imprese di accedere al credito attraverso il canale bancario, e questo perché non sempre queste ultime riescono a soddisfare i requisiti richiesti dagli istituti di credito, sono state appositamente ideate delle forme di finanziamento alternative tra cui proprio i Mini Bond.

Cerchiamo ora di capire, nello specifico, cosa sono, da chi possono essere emessi, a cosa servono e l’eventuale ruolo delle banche in questo particolare meccanismo.

Cosa sono i Mini Bond e a cosa servono

Mini Bond sono delle obbligazioni o dei titoli di debito che vengono emessi da piccole e medie società non quotate in borsa. Come qualsiasi obbligazione hanno un tasso di interesse, rappresentato da una cedola semestrale o annuale, e una data di scadenza medio-lunga, comunque mai inferiore ai 3 anni.

Al sopraggiungere della scadenza il capitale ottenuto va interamente rimborsato.

I Mini Bond sono nati per garantire l’accesso al credito a tutte quelle imprese, non quotate in borsa e, che non possono o non vogliono ottenere liquidità chiedendo un finanziamento alla banca.

È bene precisare che la liquidità ottenuta dalle PMI attraverso i Mini Bond deve essere esclusivamente utilizzata per l’acquisto di strumenti necessari all’azienda e per l’ampliamento della stessa e non per sopperire ad un’eventuale carenza di liquidità.

Mini Bond: chi può emetterli

I Mini Bond possono essere emessi da tutte quelle PMI che rispondono però a determinati requisiti:

  • si deve trattare di società di capitali o cooperative la cui sede si trovi in Italia o qui si svolge gran parte della loro attività;
  • devono avere un ricavo superiore ai 2 milioni di euro e un organico formato da più di 10 dipendenti;
  • devono rendere noti, ossia pubblicare, gli ultimi due bilanci di cui l’ultimo certificato da una società di revisione;
  • non devono essere delle banche, delle compagnie assicurative, società di intermediazione mobiliare o società di gestione del risparmio;
  • i loro titoli non devono essere quotati in borsa.

Il ruolo della banca e gli altri intermediari nella sottoscrizione di Mini Bond

Una PMI che vuole emettere dei Mini Bond non necessariamente deve appoggiarsi ad una banca anche se sono sempre di più gli istituti finanziari che fiutando l’affare hanno deciso di svolgere il ruolo di advisor collocando sul mercato queste obbligazioni. Tra l’altro molte banche trovano vantaggioso proporre prodotti finanziari che rappresentano dei panieri costituiti da Mini Bond.

Intorno a questi titoli di debito ruotano però oltre alle banche, la cui presenza non è fondamentale, una serie di altri soggetti come:

  • – gli advisor che sono dei consulenti destinati ad affiancare l’impresa nell’elaborazione della strategia iniziale, del business plan e nello stabilire tempi e modi di emissione;
  • – l’arranger che si occupa invece di collocale sul mercato i titoli di debito, individuare i possibili investitori e occuparsi della messa a punto finale;
  • – le società di rating che non necessariamente sono chiamate a valutare i titoli di debito emessi dalle PMI.

Possono però rivelarsi molto utili, per il semplice fatto che se una società di rating da una valutazione elevata di conseguenza il tasso di interesse periodico dovuto dalla PMI si abbassa perché l’impresa viene considerata economicamente solida e quindi i soggetti interessati possono investire il loro denaro nei Mini Bond emessi da quella impresa in tutta tranquillità.

Ma chi può investire in Mini Bond?

I Mini Bond attualmente non possono essere sottoscritti da privati risparmiatori ma solo da investitori professionali e soggetti qualificati.

Occorre inoltre ricordare l’esistenza di ExtraMOT PRO ossia un mercato secondario, all’interno della Borsa Italiana, dove ad essere scambiati sono sia i Mini Bond classici che secondari, ossia quelli emessi da grandi società che hanno voluto approfittare dei minori vincoli previsti per questo tipo di obbligazioni.